CENNI STORICI
Nel 1868 la Restaurazione Meiji vide un’apertura del Giappone all’emigrazione ponendo fine al sistema feudale; agli inizi del XX secolo, in seguito agli accordi siglati dal Giappone con Brasile e Perù, molti giapponesi iniziarono a spostarsi fuori dai confini domestici in cerca di nuove opportunità di lavoro.
I migranti Giapponesi si sono adattati ai nuovi paesi ospitanti cambiando spesso usi ma soprattutto i costumi.
La cucina Nikkei pertanto è la cucina della diaspora giapponese.
La comunità giapponese in Brasile conta il più alto numero di abitanti dopo il Giappone mentre il Perù, che ha una comunità Nikkei più ridotta rispetto al Brasile, si affaccia sull’oceano Pacifico, come il Giappone, e condivide con esso molte varietà ittiche.
Proprio il Perù, grazie a un’agricoltura autoctona e a una tradizione culinaria molto forte, è stato il crogiolo originario della vivace cultura culinaria Nikkei.
Negli anni ’70 ed ’80 del secolo XX, la cucina Nikkei subisce la prima grande codifica mondiale ed esce dal focolare domestico per passare ai ristoranti ad opera di chef professionisti.
Negli ultimi 15 anni si affermano figure autoriali del panorama Nikkei come Tsuyoshi Mrakami a San Paolo e Adriano Kanashiro del ristorante Momotaro.
A Lima Mitsuharu Tsumura apre il Maido, secondo nella classifica dei 50 best restaurants in sud america.
Anche in Europa si espande la contaminazione Nikkei, a Londra apre “Chotto Matte” e “SushiSamba”.
I fratelli Ferrand e Albert Adrià aprono il “Pakta” a Barcellona mentre in Italia, di recente apertura, compaiono “Pacifico”, “Temakino” e “SambaMaki”.
La cucina Nikkei si sviluppa nel mondo come prodotto della migrazione e dell’adattamento creato in più di 100 anni di stanziamento in Sud America e, a differenza delle mode culinarie, nasce dalla necessità di un popolo, quello giapponese, di riadattare la propria identità in territori e confini lontani.
Amargo Nikkei ripercorre, in etichetta, il viaggio della nave mercantile Sakura Maru che salpò da Yokohama per approdare
poi a Callao di Lima in Perù il 3 aprile 1899.
Quella nave a vapore rappresenta il simbolo della migrazione Nikkei, della contaminazione di due identità, due realtà apparentemente inconciliabili ma che trovano proprio in questa apparente contraddizione
una nuova promessa di identità.